Gioielli e moda trainano la crescita di Richemont. La pelletteria di Alaïa, il solido andamento di Peter Millar e “l’incoraggiante performance” di Chloé sono punti luminosi nel bilancio annuale del colosso elvetico. Il problema è che il risultato operativo della divisione che raggruppa i marchi di moda è negativo. Il presidente di Richemont, Johann Rupert, ha dichiarato che vuole evitare bruschi aumenti di prezzo a causa dei dazi.
L’andamento
Nell’esercizio annuale chiuso a fine marzo, Richemont ha registrato un aumento dei ricavi del 4% a 21,4 miliardi di euro. Con un aumento dell’8% delle vendite nel quarto trimestre, da gennaio a marzo 2025 (+7% a cambi costanti). E se, a livello annuale, la gioielleria è cresciuta dell’8%, la divisione “Other”, che riunisce i marchi di moda, ha registrato un aumento delle vendite del 7%, arrivando a 2,788 miliardi di euro, grazie ad una crescita più rapida nel secondo semestre. Nel solo quarto trimestre (gennaio-marzo 2025) l’incremento è stato del 7% a cambi costanti e del 9% a cambi effettivi. Il risultato operativo complessivo della divisione “Other” è peggiorato da -43 a -102 milioni di euro (-3,7%) a causa, afferma il colosso elvetico, di “accantonamenti di magazzino”.
L’utile
L’utile dell’esercizio di Richemont è aumentato da 2,355 a 2,75 miliardi di euro. Nonostante una perdita di 1,01 miliardi di euro generata dalla cessione di Yoox Net-a-Porter a Mytheresa avvenuta all’inizio di quest’anno.
Le parole del presidente
Nella conference call con gli analisti, in merito ai dazi, il presidente di Richemont, Johann Rupert, ha dichiarato che il gruppo del lusso vuole evitare di imporre aumenti di prezzo improvvisi e bruschi che potrebbero scatenare una reazione da parte dei consumatori. Rupert ha affermato che il contenimento degli aumenti di prezzo negli ultimi quattro anni, rispetto ad alcuni concorrenti, ha “avvantaggiato” Richemont. “Non faremo aumenti di prezzo improvvisi e rapidi”, ha dichiarato Rupert, aggiungendo che l’azienda farà degli aggiustamenti per tenere conto della volatilità delle valute. “Ovviamente abbiamo bisogno di prezzi universali, altrimenti la gente viaggia oltre confine…. C’è un po’ di contraccolpo su alcuni aumenti di prezzo da parte di alcuni concorrenti” ha concluso il presidente di Richemont. Lo riporta il Financial Times. (mv)
Foto Chloè e Alaïa
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