Tra scuola, impresa e innovazione: il caso esemplare del Politecnico del Made in Italy di Casarano

In Puglia, le aziende che lavorano nel segmento moda/calzatura che hanno investito sulla formazione hanno visto aumentare il loro giro d’affari. Dimostrazione concreta di questa affermazione? Il fatturato degli aderenti al Consorzio che ha dato vita al Politecnico del Made in Italy di Casarano (Lecce), cresce a doppia cifra ogni anno, con forti accelerazioni nell’ultimo biennio. Oggi il Consorzio riunisce circa 35 imprese (ma il loro numero sta aumentando) che complessivamente generano un fatturato di 220 milioni di euro (oltre 400 milioni considerando anche l’indotto) e occupano circa 1.400 dipendenti diretti (oltre 2.600 con l’indotto). E anche l’occupazione, di pari passo col business, è in costante crescita: dal 2014 il ritmo positivo corre a doppia cifra su base annua. Tutti i 50 ragazzi formati finora dal Politecnico sono stati assunti dalle aziende salentine. Una concretezza formativa che rappresenta (come altre in Italia) un’eccellenza anche sotto il profilo dell’innovazione. Non è un caso, infatti, che il Politecnico di Casarano, sotto la spinta del presidente Carmine Barbetta e del direttore Demetrio Manco, abbia organizzato un convegno in collaborazione con Siemens e l’agenzia di sviluppo Mendelsohn dal titolo “Fare innovazione”. Tema di dibattito: l’industria 4.0 (tra ricerca, innovazione e investimenti in digitalizzazione) come strada obbligata per chi vuole continuare a produrre in Italia. Siemens ha dimostrato come oggi sia già possibile simulare tutte le fasi della produzione calzaturiera (dalla prototipazione alla modellazione) fino alla simulazione delle operazioni compiute da un singolo addetto. (mv)

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