Creatività, sperimentazione e visioni radicali hanno animato la 31ª edizione dell’International Lab of Mittelmoda – The Fashion Award, tenutasi a Milano negli spazi di Garage 21 e sotto il patrocinio di Milano Unica. Tra 540 iscritti provenienti da 17 Paesi e 15 scuole internazionali, solo 26 finalisti hanno avuto accesso alla passerella, dove si sono contesi 14 premi, tra riconoscimenti di settore e tre principali assegnazioni per stampa, creatività e innovazione. Quello assegnato da Lineapelle è stato vinto da Ariel Berka, che ha scolpito il corpo femminile per dargli una voce nuova.
La pelle come linguaggio di rottura
Tra i premi di settore, l’Italian Leather: A World of Creativity and Sustainability Award offerto da Lineapelle ha celebrato l’uso consapevole e visionario della pelle italiana. A vincerlo è stata Ariel Berka, studentessa dello Shenkar College di Tel Aviv, con una collezione che interroga il corpo femminile come spazio politico e simbolico. Intitolata “First Person. Feminine.”, la serie di look è interamente realizzata in pelle di agnello, vitello o conciata al vegetale. Tutte manipolate con tecniche di stratificazione, modellatura e sviluppo tattile. Il risultato è un racconto visivo che alterna rigidità scultorea e fluidità organica, evocando la tensione tra bellezza e controllo, memoria e resistenza. La pelle diventa medium narrativo, metafora di costrizione e potere, in una riflessione profonda sul ruolo della donna nella storia e nella moda.
Gli intrecci della pelle
Il riconoscimento più ambito, l’Absolute Prize for Innovation da 10.000 euro, è stato assegnato a Inbal Heffer, anch’essa proveniente dallo Shenkar. La sua collezione ha stupito per l’uso audace della pelle intrecciata con la rafia, in un dialogo tra artigianalità e ricerca materica. La giuria, composta da esperti del settore ha premiato l’approccio seasonless e la capacità di reinventare il linguaggio della pelle in chiave contemporanea. Non solo nei premi, ma anche in passerella, la pelle ha dominato la scena: lavorata in modo creativo, destrutturata, scolpita, ha mostrato una versatilità che va oltre il quotidiano, diventando strumento di espressione identitaria e critica sociale.
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