Il 2015 di Cavalli: “Anno di transizione”

Renato Semerari (nella foto), ceo di Roberto Cavalli, ha definito il 2015 della griffe come “un anno di transizione”. Parole necessarie per dare senso al calo di fatturato del 14%, per un totale di 179,7 milioni di euro, dato fortemente influenzato dalla diminuzione delle vendite derivanti dalle licenze, giù del 17%, e alla fine del rapporto con la licenziataria Dressing (finita in concordato preventivo), alla quale era affidata la linea Cavalli Class, ora passata a Swinger. Si ribalta, però, il dato relativo al risultato netto, che passa da un rosso di 9,7 milioni di euro a +32,7 milioni di euro. Cavalli, nel maggio 2015, è stato rilevato al 90% dal fondo di private equity Clessidra, che ha avviato insieme ai soci di minoranza (la holding di Hong Kong Chow Tai Fook Entreprises Limited e il fondo L-Gam) una profonda riorganizzazione. “ I nostri sforzi organizzativi – ha spiegato Semerari – stanno cominciando a registrare i primi risultati positivi, come testimonia la buona campagna vendite della collezione autunno-inverno 2016/2017, realizzata da Peter Dundas, che ha sfilato in passerella lo scorso febbraio”. Due le fasi previste per la riorganizzazione. La prima, durata 24-36 mesi, prevede il rafforzamento del management in ambito commerciale, design e merchandising, e la ridefinizione della strategia di prodotto per ready to wear, pelletteria, calzatura e menswear. Seconda fase: espansione all’estero, in particolare Asia, e investimenti in categorie ora meno sviluppate: borse, scarpe e menswear. (lf)

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