Armani +4,5% (2015), Kors +7,8% (2015/2016), Gucci verso i 4 miliardi (2016)

Tre firme: due del lusso, una leader del segmento accessibile. Tre percorsi differenti per altrettante performance significative. Partiamo dall’ultimo della lista: Gucci. Il brand Kering, forte della rinnovata vitalità stilistica infusa da Alessandro Michele e da una strategia di riposizionamento sull’alto di gamma (“riorganizzazione del management e taglio dei prodotti in collezione del 30%” dice il ceo Marco Bizzarri), punta a chiudere il 2015 tagliando il traguardo dei 4 miliardi di euro. L’ha dichiarato sempre Bizzarri: “Siamo particolarmente ottimisti e fiduciosi: visitando i nostri store notiamo che sono quasi gli unici a essere affollati di clienti…”. La griffe della doppia G s’impone obiettivi anche più ambiziosi: arrivare nel lungo periodo a superare i 6 miliardi di fatturato. Arriva, invece, a quota 2,6 miliardi di euro nel 2015 il Gruppo Armani, crescendo del 4,5%, con fatturato indotto (incluse le licenze) che arriva a 4 miliardi di euro e una liquidità che raggiunge i 640 milioni di euro. Dice re Giorgio (nella foto): “I buoni risultati conseguiti nel 2015 dimostrano ancora una volta la capacità del mio gruppo di confermarsi come leader del settore e punto di riferimento a livello globale. Questi risultati sono frutto di un’attenta politica di diversificazione delle linee, coniugata al coordinamento dei canali distributivi, alla valorizzazione del ruolo dei nostri partner commerciali e sostenuta da una spinta creativa abbinata a una strategia industriale equilibrata e orientata a creare qualità e valore duraturo”. Infine, Michael Kors. Mentre negli USA si dibatte sulla scelta di Nordstrom di tagliare dalla vendita le seconde linee, “per scarsa qualità artigianale”, il brand comunica che nel conclusivo trimestre 2015/016 i ricavi sono aumentati oltre le aspettative: +10,9%, per un valore di 1,2 miliardi di dollari, contro la previsione degli analisti che si fermava a 1,15 miliardi. Perdono, invece, il 3% i profitti. Il fiscal year 2016 si è chiuso invece con un giro d’affari pari a 4,7 miliardi di dollari: +7,8%.

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