Chiuri sottrae Dior alla tirannia del tempo: il lusso è attesa. Ma per altri la sfida è adeguarsi alla velocità

“I tempi lunghi consentono lavorazioni certosine. Con la fretta ci chiudiamo nel presente e perdiamo il piacere della tradizione, della preziosità di certe tecniche”. Parole e musica di Maria Grazia Chiuri. La stilista (nella foto), parlando con la Stampa a margine della presentazione parigina, ha spiegato perché veda la sua Dior un passo indietro rispetto alla tirannia del tempo che attanaglia l’alto di gamma. Il vero lusso, è il succo del suo pensiero, sta nei tempi e nella personalizzazione. Aspettare un capo sei mesi, quindi, è parte della sua esclusività, “perché è costruito per te, per il tuo corpo – continua –. Parliamo di esemplari unici. Di una tradizione francese e italiana fatta di sapienza. La compri non perché la vedi, ma perché sai cos’è e l’apprezzi”. L’intervento di Chiuri arriva in una stagione dove per molti brand e manifatturieri la rapidità è una sfida e il modo in cui affrontarla un grande dilemma. Ve ne parliamo nel numero 25 de La Conceria, in distribuzione da mercoledì 4 luglio, con testimonianze di Diego Della Valle (Tod’s), Remo Ruffini (Moncler) e dall’ultimo Expo Riva Schuh.

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