Crescono i profitti, ma calano le vendite: per Giorgio Armani un 2016 di consolidamento

I ricavi valgono 2,5 miliardi di euro, in contrazione del 5% su base annua. Gli utili netti sono invece 271 milioni, in crescita del 12% rispetto al 2015. La liquidità, allo stesso tempo, è arrivata a quota 881 milioni, compiendo una progressione del 35%. Sono i trend del bilancio 2016 del gruppo Giorgio Armani (nella foto, lo stilista fondatore dell’omonima griffe): un anno che ha visto le tensioni geopolitiche e il rallentamento cinese picchiare sul ritmo delle vendite, ma la riorganizzazione del gruppo (posizionamento, retail e processi) dare slancio ai profitti. Buttando uno sguardo sul 2017, il gruppo sostiene che “i primi mesi dell’anno consentono di prevedere un risultato positivo – si legge su MFF –, nonostante una riduzione dei volumi di ricavi netti e margini operativi riconducibili alla riorganizzazione del portafoglio marchi e alla conseguente strategia di consolidamento e razionalizzazione della rete distributiva internazionale”. A proposito dei brand, Giorgio Armani annuncia che dalla primavera 2018 Armani Privé e Armani/Casa confluiranno nella griffe ammiraglia Giorgio Armani, mentre il più giovanile brand Emporio Armani ingloberà Armani Collezioni e Armani Jeans.

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