Cucinelli e De Matteis si aspettano un 2024 ostico, ma non ostile

Cucinelli e De Matteis si aspettano un 2024 ostico, ma non ostile

Le guerre e le tensioni geopolitiche, da un lato, che angustiano il pubblico e quindi turbano i mercati. La richiesta di bellezza e di qualità, dall’altro, che mantiene vivace la domanda di beni d’alta gamma. Il lusso italiano si aspetta un 2024 ostico, ma non per questo negativo. Antonio De Matteis, CEO di Kiton nonché presidente di Pitti Immagine (prossimo all’apertura di Pitti Uomo), crede in un anno al +4/5% medio, mentre Brunello Cucinelli, che saluta un 2023 eccellente, accende i riflettori sulle questioni di stile.

Un 2024, ma non ostile

Parlando con MFF, De Matteis (in foto a sinistra) si dice “ottimista” per lo stato di salute del lusso italiano, perché i dati di novembre e dicembre 2023 (ancora in fase di elaborazione) sono “incoraggianti”. “Pitti Uomo arriva dopo un’edizione estiva molto positiva che segue l’andamento dei mercati sulla quale ha influito la ripresa del flusso turistico – afferma a proposito dell’ultimo semestre, mentre predica prudenza per il prossimo –. Nello scenario che andremo ad affrontare regna sicuramente incertezza, ci sono due guerre in atto con segnali di preoccupazione. Fare previsioni è complesso, ma non voglio sottrarmi. Anche nello scenario internazionale toccato da criticità, credo che la richiesta di qualità, che continua da molti mercati, ci possa portare a un incremento del 4/5% nel 2024”.

 

 

Lo stile è identità

Il gruppo Brunello Cucinelli rappresenta uno di quei casi di big che nel 2023 hanno continuato a macinare business: il quarto trimestre si è chiuso con ricavi per 321 milioni (+15,6%), che valgono il +23,9% nell’anno. “L’inizio delle vendite della primavera-estate 2024 ci lascia immaginare un primo semestre molto interessante – spiega il fondatore (in foto a destra) – e rende assolutamente concreta la nostra aspettativa di crescita per il 2024 al +10%”. Lo stesso Cucinelli chiarisce con Repubblica che la rilevanza delle maison dipende dalla loro capacità di rappresentare nello stile i sentimenti delle persone. E, proprio in quest’ottica, non ne può più di sentir parlare di quiet luxury: “Il lusso non può essere quieto, non ci si veste per essere anonimi. Tutti vogliamo apparire al nostro meglio, e l’abbigliamento serve a questo. Il ben vestire non ha nulla a che fare con lo scomparire”.

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