Il 2 dicembre è passato, si è completato il deal annunciato ad aprile e Versace ora è a tutti gli effetti di Prada Group. Archiviate le procedure e i festeggiamenti, è tempo di passare all’azione. La famiglia Bertelli rilancerà il brand della Medusa da due presupposti: integrazione (industriale, ma non solo) e posizionamento.
Versace è a tutti gli effetti di Prada
Che l’integrazione sia il primo step lo suggerisce il buon senso e lo conferma Lorenzo Bertelli, figlio di Patrizio e Miuccia Prada nonché vicepresidente esecutivo di Versace. “Il vero primo passo sarà conoscere subito le persone e il team, per capire quali saranno le evoluzioni da intraprendere”, spiega a MFF. Poi verrà il momento di capire come integrare le produzioni della Medusa in una rete manifatturiera forte e in espansione. “Le sinergie, ad esempio quelle produttive, sono parte naturale del lavoro di un grande gruppo, quindi le consideriamo come un dato di fatto. Vanno fatte e basta”. Versace viene da una stagione di debolezza in una fase non felice del mercato della moda. Il CEO del gruppo Andrea Guerra, predica pazienza, ma molti osservatori temono che Prada si sia accollato un onere troppo gravoso. È a loro che si rivolge Bertelli jr quando rassicura che quello di Versace “è un rischio che possiamo permetterci e che ci dà anche la possibilità di procedere con il tempo necessario, con calma, con la pazienza di fare le cose bene e di provarci, riprovarci e riprovarci”.
Il posizionamento
Tra le perplessità degli osservatori c’è anche quella relativa all’effettiva possibilità di rivitalizzare i brand (come Versace, ma non solo) dal grande passato ma dal futuro incerto. Parlando con BoF, Erwan Rambourg di HSBC spiega che prospettive di successo ne vede, ma a patto che il gruppo Prada sappia rilanciare la percezione d’alta gamma del brand. “Dovrebbero rilanciare Versace come marchio premium, piuttosto che un marchio dipendente dagli outlet, che è sempre stato il rischio di Capri – sono le sue parole –. Ma uscire dagli outlet non sarà inizialmente positivo né per le vendite né per i margini. I prossimi 12 mesi saranno difficili”.
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