Il digitale? “Non ci interessa”. Il 2017? “Sarà positivo”. Bruno Pavlovsky racconta Chanel e smentisce la staffetta Lagerfeld-Slimane

Bruno Pavlovsky (Chanel) vede un 2017 positivo, anche grazie alla Cina, smentisce i rumors sulla sostituzione Lagerfeld-Slimane e smorza gli entusiasmi sulle vendite online, nonostante i segni meno dell’ultimo esercizio. Secondo i dati registrati presso la Borsa di Amsterdam, Chanel ha ottenuto nell’ultimo esercizio ricavi per 6,24 miliardi di dollari (5,68 miliardi di euro) con un utile operativo pari a 1,6 miliardi di dollari (1,46 miliardi di euro). Numeri sostenuti in particolare dal business in Cina, dove la griffe sta raccogliendo i frutti della decisione, presa due anni fa, di armonizzare i prezzi su scala globale, e poco influenzati dal canale digitale, sul quale Pavlovsky dimostra di avere idee chiare e controcorrente: “L’esperienza Chanel è in boutique – ha dichiarato alla stampa internazionale -. Ed è dove noi vogliamo che i nostri clienti esistenti e quelli futuri sperimentino il marchio. Non sono sicuro che si possa capire tutto attraverso uno schermo. Quello che è importante per noi è nutrire i desideri dei nostri clienti a livello dei punti vendita”. Reticenza e diffidenza digitale e nessuna ipotesi di “stratificazione” del marchio: “Non abbiamo bisogno di un ristorante, di un negozio di caramelle o di una cioccolateria” ha chiuso Pavlovsky, smentendo seccamente anche le voci che vogliono Hedi Slimane sostituire Karl Lagerfeld. (mv)

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