Dior, un nuovo dipartimento industriale per controllare la filiera

Dior, un nuovo dipartimento industriale per evitare scivoloni

Dior interviene sulla supply chain creando un nuovo dipartimento industriale. Che avrà il compito di rafforzare la capacità produttiva nel lungo termine e di garantire la continuità del suo know-how. La decisione, notano molti, sembra influenzata dai recenti fatti di cronaca: Manufactures Dior (il braccio operativo italiano della griffe) è da giugno 2024 in amministrazione giudiziaria nell’ambito delle inchieste della Procura di Milano sui fenomeni di caporalato nella filiera lombarda della moda.

Le novità

Dal 2 gennaio 2025 a capo del nuovo dipartimento industriale di Dior ci sarà il chief industrial officer Giorgio Striano (ex Luxottica). Al lavoro con lui ci sarà l’ex Louis Vuitton Nicolas Carré, che da lunedì 2 dicembre sarà a Firenze in qualità di direttore di pelletteria, calzatura e fashion jewelry. Qui prenderà il posto di Patrice Guillemin, che assumerà il ruolo di direttore dei progetti industriali. Dior precisa che Carré è un “esperto di pelletteria e produzione”, con un passato da “direttore dello storico atelier d’Asnières”. “È più importante che mai supportare in modo sostenibile i nostri diversi processi produttivi in ogni fase della lavorazione – ha dichiarato Delphine Arnault, CEO di Christian Dior Couture, a WWD –. Rispettando le norme etiche in vigore, supervisionando tutte le attività della Maison, preservando e promuovendo la creatività, l’artigianalità e l’eccezionale savoir-faire di Dior”.

 

 

Le premesse

Nel giugno scorso il Tribunale di Milano ha posto in amministrazione giudiziaria Manufactures Dior, azienda che fa capo alla filiale italiana della maison Christian Dior. L’azienda ha hub produttivi a Scandicci (Firenze) per la pelletteria e a Fossò (Venezia) per le calzature. Pur non vedendo contestate responsabilità penali, le toghe meneghine hanno chiesto l’amministrazione giudiziaria per la società perché non avrebbe messo in campo tutti gli strumenti necessari per monitorare la filiera. In risposta a questo (e all’istruttoria dell’Antitrust) Dior ha promesso di aumentare la quota di produzione interna. La nuova divisione sembra funzionale alla più attenta supervisione della supply chain, affinché incidenti del genere non si ripetano. (mv)

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