Da un lato c’è Gucci, che lancia una robusta campagna di sconti in Cina. Dall’altro c’è LVMH, che trasforma da B2B a B2C l’annuale “mercatino” dei materiali in eccesso. Fenomeni paralleli, ma che si possono leggere nella stessa cornice. Gli svuotatutto di LVMH e Kering segnalano la stessa esigenza del sistema del lusso: liberarsi delle giacenze. Speriamo, come suggerisce l’esperto Marco Bizzarri, per aprire al nuovo.
Gli sconti di Gucci
È una informazione che rimbalza dal social cinese “Xiaohongshu” (Piccolo Libro Rosso): Gucci sta applicando sconti del 25% su una selezione di prodotti negli store della Repubblica Popolare. E i cinesi, formando lunghe fila agli ingressi, dimostrano di apprezzare. Da Bernstein osservano che gli stessi prodotti non si trovano più sul sito diretto del marchio, ma sono in saldi su alcuni e-commerce. È facile dedurre che Kering voglia alleggerire le giacenze del brand ammiraglio (che, intanto, a novembre ha alzato mediamente i prezzi del 6% secondo Citi). Ancora gli analisti di Bernstein scrivono che la manovra serve anche a dare un po’ si slancio ai risultati dell’ultimo trimestre del gruppo e, soprattutto, a liberare lo spazio dal primo trimestre del 2026 alle collezioni disegnate da Demna.
Gli svuotatutto di LVMH e Kering
Passando dalla Cina alla Francia, da Kering a LVMH e dal prodotto finito ai materiali, osserviamo qualcosa di simile. Dal 2 al 6 dicembre il gruppo della famiglia Arnault, tramite Nona Source, ha organizzato a Parigi la quarta edizione di “La Grande Braderie”, il mercatino dei materiali in eccesso (metallerie, pelli, tessuti e altro). Per la prima volta l’evento si è aperto agli studenti di moda, ospitando pure un concorso, e a tutti gli “amanti della couture”. Non è difficile vedervi una strategia per accelerare l’alleggerimento degli stock. Anche in questo caso l’augurio è che l’obiettivo finale sia rilanciare i motori produttivi.
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