Guerra e Cina preoccupano Brunello Cucinelli, ma non troppo

Guerra e Cina preoccupano Brunello Cucinelli, ma non troppo

Gli elementi di crisi nello scenario internazionale, guerra in Ucraina e politica Zero Covid in Cina su tutto, preoccupano Brunello Cucinelli. Che, però, può guardare al futuro con ottimismo, forte della sua crescita a doppia cifra. Dopo aver chiuso molto bene il 2021, il marchio umbro ha aperto il nuovo anno con 5 mesi in area positiva.

 

 

Le cose che preoccupano Brunello Cucinelli

Ricavi netti a 196,9 milioni di euro e una crescita del 19,6% rispetto all’anno precedente. Brunello Cucinelli ha di che sorridere. Il suo brand ha aperto l’anno con un primo trimestre decisamente positivo dopo aver chiuso bene anche il 2021. In un’intervista a MFF, l’imprenditore umbro spiega che “è stato un bellissimo primo trimestre e anche i due mesi di aprile e maggio sono stati molto importanti”. Perché? “L’America e l’Europa, che per noi pesano rispettivamente il 34% e il 42% sui ricavi – risponde – compensano ampiamente il decremento della Russia e il calo della Cina, chiaramente impattata dal lockdown”. Al di là della Cina, però, il resto dell’Asia ha mostrato segnali interessanti e continuando a pesare (24%) molto sui ricavi dell’azienda. “Mi sento di confermare – conclude Cucinelli – che il 2022 sarà per noi ancora un anno sicuramente da record”. (art)

Foto d’archivio Imagoeconomica

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