La guerra commerciale potrebbe essere una opportunità per investimenti produttivi nei magmatici USA. Peccato che, proprio per la cornice di incertezza di una Trade War che cambia perimetro giorno dopo giorno, gli USA restano magmatici e i potenziali investitori non sanno come muoversi. Ce lo spiega Alexander Zar della californiana La La Land dalle pagine del numero di maggio del mensile La Conceria. Le incognite manifatturiere si legano a doppia mandata alla spallata che la stessa trade war sta dando all’intero mercato dell’alto di gamma. Come raccontiamo nel servizio dal titolo “La Secessione del Lusso”, lo scenario di parziale deglobalizzazione renderà ancora più polarizzato il confronto tra i pochi vincitori e i grandi perdenti della sfida.
I magmatici USA
Quando Zar, che a Los Angeles si occupa di progettazione e realizzazione di accessori, ci parla delle opportunità di investimento negli States, lo fa con cognizione di causa. “Nessuno pensa che gli States possano diventare autonomi nella produzione calzaturiera – sono le sue parole –: ci vorrebbero 50 anni di investimenti e programmazione. Ma se solo portassimo la quota di produzione nazionale per il mercato domestico dall’attuale 1% al 5%, vorrebbe dire realizzare centinaia di milioni di paia in più ogni anno”.
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