Il trimestre di Moncler e Hugo Boss non soffre per guerra e Covid

Il trimestre di Moncler e Hugo Boss non soffre per guerra e Covid

Dai risultati di Moncler e Hugo Boss sembra che Covid e guerra non abbiano avuto grande impatto sul primo trimestre 2022. Di certo i due gruppi hanno saputo schivare i fattori di crisi e potrebbero conoscere un anno record. Moncler potrebbe sfiorare i 2,5 miliardi di euro, inserendosi nel gotha della moda italiana (superando Armani). Anche Hugo Boss ha diffuso una trimestrale (gennaio-marzo) da record, frutto della scelta di offrire prodotti meno formali e più athleisure.

Come vanno gli affari di Ruffini

A proposito degli affari di Moncler e Hugo Boss, cominciamo dalla holding di Ruffini. Che nel primo trimestre registra ricavi per 590 milioni di euro. La crescita su base annua è del 60% (senza Stone Island arrivata dal primo aprile 2021), meglio dei 564 milioni previsti dagli analisti. Guardando ai brand, Moncler fa +29%, mentre Stone Island +31%. Quest’ultimo, nota Repubblica, fattura 116,5 milioni di euro, la metà dei ricavi dell’intero 2020 e oltre un terzo di quelli 2021. Anche Moncler cresce, a dimostrazione che essere parte di un unico gruppo aiuta entrambi i marchi a fare meglio. Per gli analisti il Gruppo potrebbe terminare il 2022 con un fatturato vicino a 2,5 miliardi (rispetto ai 2,06 miliardi del 2021), superando Armani e accorciando il gap con Prada.

 

 

E in Germania

Hugo Boss chiude lo stesso periodo con un nuovo record di vendite: 772 milioni (+52% sul 2021 e +17% sul 2019). Su questi presupposti conferma le sue prospettive di vendite e di profitti per il 2022, nonostante le incertezze dovute alla guerra e al Covid in Cina. Il CEO Daniel Grieder spiega il successo con il cambio di strategia del gruppo e il rinnovamento dei marchi. Dichiara, inoltre, di puntare al record di fatturato: 3,2 miliardi di euro, +15% sul 2021. (mv)

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