I big del lusso hanno perso contatto col proprio pubblico. Che, dal suo canto, è pronto a sperimentare ed esplora marchi più piccoli, più autentici e con una qualità del prodotto indiscutibile. Ecco cosa dicono dell’infedeltà dei clienti gli studi di Euromonitor, Deloitte e KPMG, mentre Marco Marchi di Exelite-Liu Jo annuncia nuove acquisizioni.
Partiamo da Liu Jo
Per Marchi l’impennata dei prezzi ha spinto molti consumatori a cercare prodotti alternativi. In una intervista a Repubblica li definisce “orfani del lusso”. Ovvero “chi cerca un capo di qualità per premiarsi, ma anche un servizio e un’esperienza nel negozio che le insegne del fast fashion non riescono a replicare”. Marchi sta visionando alcuni dossier per probabili acquisizioni.
Cosa dicono gli studi
Il rapporto “World Market for Luxury Goods 2025” di Euromonitor International fotografa il momento del lusso. E certifica come il prodotto si venda se il consumatore vive una bella esperienza d’acquisto. E dove la fa, se non in negozio? Nel 2025 l’81% delle vendite di beni di lusso si è concluso in boutique. Una percentuale in aumento rispetto al 2023. Il report ci dice che i mercati che stanno crescendo più rapidamente sono: Sudafrica (+15%), India (+10%) ed Emirati Arabi Uniti (+9%), riporta Fashion United. È sempre più influente la fascia d’età over 60, che sul mercato cerca viaggi, benessere e prodotti per la cura della pelle. Il lusso cerca di attirare i clienti reinventando i negozi, trasformandoli cioè in poli culturali con assistenza e servizi personalizzati.
Il tema: l’infedeltà del cliente
Lo studio Deloitte dal titolo “Brand Connection – The Age of Meaningful Brands” si basa su un campione di oltre 7.000 consumatori in sette Paesi (Italia, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Cina, Giappone ed Emirati Arabi Uniti). Secondo la ricerca, i marchi continuano a essere un punto di riferimento per i consumatori, con livelli di fiducia cresciuti negli ultimi cinque anni. Ma l’infedeltà al brand sta diventando la normalità: un consumatore su tre non ama nessun brand in particolare e la propensione al cambio è elevata. E in questa arena, i marchi più piccoli sono cresciuti di più dei grandi. “Questo rafforzamento testimonia come i consumatori attribuiscano crescente valore a realtà con identità chiare, narrazioni autentiche e relazioni dirette”, commenta Andrea Laurenza di Deloitte.
L’analisi di KPMG
Nello studio “Luxury in the midst of change” KPMG indica le sfide del lusso. Tra esse il bilanciamento tra heritage e innovazione, tra tradizione e tecnologie emergenti, tra esclusività e inclusione. Sfide cruciali per il futuro dei brand che devono ridefinire il concetto stesso di lusso: autentico, responsabile e profondamente umano. Per KPMG un ruolo importante nell’inclusività del lusso lo gioca il prezzo dei prodotti. “Le maison – scrive KPMG – devono trovare un delicato equilibrio tra rendere i prodotti accessibili a una base di clienti più ampia e preservare la loro immagine esclusiva”. (mv)
foto Shutterstock
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