L’industria del lusso “può coesistere con le tensioni politiche” ha dichiarato ieri Stefano Sassi, ceo di Valentino (griffe di proprietà del fondo qatariota Mayhoola), rispondendo ad una domanda sulla crisi fra Arabia Saudita, Egitto, Bahrain, Yemen e Libia che hanno tagliato i ponti diplomatici col Qatar. “In passato la reazione era molto forte, oggi tutto viene assorbito velocemente”. Ma un executive del retail con base a Dubai non ha esitato a dichiarare alle agenzie stampa USA che “tutto ciò avrà un impatto enorme perché l’economia d’area è interconnessa” soprattutto alla viglia della festività religiosa di Eid-al-Fitr, mentre la Borsa Nazionale recede del 7,5%. Lo stesso Sassi ha poi dichiarato in un’intervista al Sole 24 Ore che prevede per il 2017 una crescita “a due cifre”. Una seconda fonte, nel settore dell’e-commerce, anche questa con base a Dubai, annuncia l’ordine della casa madre di “spedire immediatamente la merce fuori dal Qatar, il nostro secondo mercato del Medio Oriente dopo gli Emirati, perché il dettaglio è significativamente dipendente dal commercio del Paesi confinanti”. Oggi il Qatar è isolato per il blocco politico dei trasporti decretato dai cinque Paesi. Il Qatar è il Paese con il maggior reddito pro capite sul pianeta, sebbene il suo potere d’acquisto abbia subito una flessione con la discesa del prezzo del petrolio. (pt)
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