Louis Vuitton non sta allo scherzo: le borse MOB (di nuovo) in Tribunale per contraffazione

Un primo iter giudiziario, iniziato nel 2014 e arrivato in appello nel 2016, ha stabilito che non si tratta di un’imitazione, bensì di “un uso corretto della parodia”. Le borse del marchio My Other Bag (MOB) che raffigurano sul loro dorso una riproduzione dei più lussuosi accessori griffati LV, non sono un fake, ma una presa in giro. Vittime degli scherzi di MOB, che vende i suoi prodotti a una cifra compresa tra i 60 e i 70 dollari, sono anche griffe dell’alto di gamma come Balenciaga e Saint Laurent. Louis Vuitton, però, non demorde. Il colosso francese ha presentato l’istanza, si apprende dalla stampa USA, anche alla Corte Suprema degli Stati Uniti, sostenendo che con l’operazione MOB trae beneficio dal posizionamento d’alto di gamma di LV e la griffe del lusso, di converso, è svantaggiata dall’associazione con una brand cheap. In attesa di scoprire se la più alta corte statunitense abbia intenzione di andare avanti sulla denuncia, il caso conferma che il gruppo LVMH, quando si parla di contraffazione, non ha intenzione di scherzare. Di recente la famiglia Arnault è entrata nel capitale di una società che si occupa di sicurezza dell’e-commerce, mentre nell’ultimo anno, per citare i casi più eclatanti, ha menato battaglia (vincendola) contro Amazon e Alibaba

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