Lusso, l’on line incide per il 10% ma in sei anni salirà al 40%

Sempre più fatturato on line per il lusso. Se oggi la quota di vendite collegate alla strategia digitale tocca il 10%, nel 2020 la percentuale dovrebbe arrivare al 40%. Lo riporta la ricerca presentata oggi da ContactLab ed Exane Bnp Paribas, che stima per l’e-commerce una crescita del 20-30% annuo contro il +5-6% del lusso in generale. L’indagine, effettuata sui 30 top player della moda di alta gamma, evidenzia inoltre che gli acquisti dei clienti iscritti a programmi di fidelizzazione via email sono superiori del 20% rispetto a quelli dei clienti che non hanno lasciato al brand il proprio indirizzo di posta elettronica, con picchi superiori in Gran Bretagna. Inoltre, chi è sottoposto ad azioni di digital direct marketing tende ad acquistare di più anche via e-commerce. “È necessario che i brand del lusso si attrezzino per definire una strategia di contatto digitale, capace di generare un impatto significativo sul fatturato indipendentemente dal canale di vendita” afferma Massimo Fubini, fondatore e a.d. di ContractLab. “L’on line per il lusso – aggiunge Luca Solca, analista di Bnp Paribas – è un’opportunità troppo importante per non essere cavalcata”. Burberry e Zegna staccano gli altri brand, vincendo la competizione sull’uso del digitale come strumento di fidelizzazione e vendita. Tra i meno attrezzati spiccano invece Fendi e Cèline, entrambi appartenenti al gruppo Lvmh. (ag)

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