Lusso senza crisi, per Altagamma crescerà del 4,6% fino al 2025: bene borse e scarpe made in Italy

Dal mondo del lusso arrivano ancora buone notizie: soprattutto per il made in Italy e, in particolare, per pelletteria e calzatura.
Partiamo dai numeri.
Secondo l’indagine True-Luxury Global Consumer Insight presentata nel corso del convegno Altagamma Consumer and Retail Insight 2019 (svolto oggi a Milano), il mercato del lusso ha raggiunto 920 miliardi di euro di valore (suddivisi tra 330 miliardi di lusso personale, in aumento del 3% sul 2017, e 590 miliardi di lusso esperienziale, +5%) e si stima possa raggiungere i 1.300 miliardi di euro entro il 2025, con una crescita media del 4,6% l’anno, trainati dai Millennials, che rappresenteranno il 50% del mercato entro il 2025 e dai cinesi che varranno il 40%.
Tra le “tendenze forti” fotografate dallo studio si mette in luce quella dell’importanza delle collaborazioni tra i brand del lusso tradizionali e quelli streetwear: il 90% dei consumatori le conosce e la metà di loro ne acquistano le edizioni speciali, con borse e sneaker che fanno la parte del leone. “Servono per rinnovare il brand e acquisire nuovi clienti”, ha sottolineato Carlo Alberto Beretta, brand general manager di Tod’s, che ha citato il progetto Tod’s Factory la cui prossima collaborazione coinvolgerà Alber Elbaz. “Tod’s – ha spiegato il manager – ha vissuto negli ultimi anni una rivoluzione a seguito del fenomeno sneakers. Oggi vedo all’orizzonte due tendenze. Da un lato il casualwear che ormai è entrato nella vita comune e non si tornerà indietro nel formale. C’è poi una tendenza nuova: quella del neoclassicismo, soprattutto nei giovani che cercano prodotti ad alto tasso di manifattura. Lo confermano le ultime sfilate maschili”. Tra gli altri fattori che hanno contraddistinto il 2018 (l’importanza del mercato del second hand, la sostenibilità, il ruolo dei social media e influencers e il peso crescente dell’online), si riconferma l’importanza del made in Italy che prende il posto del made in France nella classifica di preferenza di due categorie chiave per il mercato del luxury: quella generazionale dei Millennials e quella dei consumatori cinesi. Un concetto che vale soprattutto per borse e calzature, dove la manifattura italiani non ha (ancora) eguali.

 

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