“Non ha boicottato Tamara Mellon”: il Tribunale di New York assolve Jimmy Choo (che così risparmia 4 milioni di dollari)

La corte suprema di New York ha assolto Jimmy Choo dalle accuse formalizzate nel settembre del 2016 da Tamara Mellon (nella foto), che chiedeva una compensazione di 4 milioni di dollari. Mellon, socia dal 1996 dell’oggi più noto collega, co-fondò il brand da cui divorziò nel novembre 2011 in vista del lancio del suo marchio nel 2013. La stilista aveva accusato Choo di “un illegale comportamento di carattere punitivo” mirato a prevenire che lei usasse gli “stessi fornitori e manifatturieri del lusso, di scarpe, borse ed accessori”, tutti italiani, a cui Choo ricorre per la produzione. Mellon sostiene che il 10 giugno 2013 a sette rappresentanti dei fornitori, il vice presidente di Choo, Stefano Savoldi, rese esplicito che l’azienda non gradiva che lavorassero anche per Mellon. Nel maggio del 2014 alcuni di essi avrebbero quindi sottoscritto una lettera (in italiano) impegnandosi a non operare “attraverso terzi, o società terze, per i brand Mellon sino alla durata del rapporto con Jimmy Choo”. Ciò violerebbe l’articolo 101(1) del trattato di funzionamento della Comunità Europea che “proibisce la distorsione della competitività e la limitazione delle fonti di approvvigionamento”. (pt)

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×