Investire per ottimizzare la produzione e far crescere gli utili. È il percorso intrapreso da OBI, acronimo di Officina Bigiotteria Italiana, azienda specializzata nella creazione e produzione di accessori moda e bijoux per il lusso. Fondata nel 1958 con sede a Sesto Fiorentino (Firenze), nel 2023 è entrata a far parte del gruppo Altofare. Oggi dà lavoro a 140 persone.
La trasformazione di Officina Bigiotteria Italiana
OBI ha implementato la trasformazione “artigìtale“, come l’ha definita l’azienda stessa, in cui le abilità manuali si fondono con sistemi di gestione digitali, piattaforme collaborative e processi produttivi ottimizzati. L’obiettivo è quello di soddisfare un mercato che va verso la riduzione dei tempi di approvvigionamento, la frammentazione degli ordini e la pressione crescente sui livelli qualitativi. “Siamo diventati più accessibili e friendly. I nostri clienti, i brand del lusso, chiedono che i loro problemi siano risolti e in tempi brevi. Questo è un servizio che abbiamo potenziato e su cui puntiamo” afferma a La Conceria Paolo Calamandrei, CEO di OBI. Calamandrei è entrato a fine 2024 nel team di Altofare, gruppo controllato dal fondo di private equity Whitebridge.
Elevarsi verso il lusso
L’azienda fiorentina chiuderà il 2025 sulla stessa linea dell’anno precedente (intorno a 18 milioni di euro) “con un aumento della marginalità di quasi il doppio rispetto al 2024 proprio per effetto dell’ottimizzazione della produzione” specifica Calamandrei. Che prevede una crescita tra il 10 e il 20 per cento per il 2026. “Nel prossimo anno credo che il mercato non avrà particolari variazioni ma, forse, un moderato incremento. Ma noi possiamo ambire ad una crescita a due cifre perché abbiamo riallacciato i rapporti con alcuni clienti che avevamo perso. Stiamo approcciando clienti della fascia premium? No, al contrario. Ci stiamo elevando verso la parte più alta del lusso” precisa Calamandrei. Secondo lo stesso CEO, i marchi sono disposti a pagare di più per ottenere una qualità più alta. “Per ora i brand non hanno molti programmi di produzione, sono in posizione di attesa. Sono alla finestra per vedere i risultati che arriveranno dai nuovi slanci creativi” evidenzia Calamandrei
Agire sui tempi di sviluppo
L’azienda ha investito circa 700.000 euro per la revisione dell’organizzazione produttiva, con la creazione di celle autonome di lavoro. OBI ha introdotto strumenti digitali per il monitoraggio in tempo reale degli avanzamenti, la tracciabilità dei materiali e la gestione documentale. I tempi di sviluppo e industrializzazione si sono ridotti in media del 35% rispetto al 2023, il lead time di produzione si è accorciato di circa 2 settimane, mentre il tasso di non conformità si è dimezzato. (mv)
Leggi anche: