“Nuovi direttori creativi? I brand sono andati sul sicuro, puntando sui grandi nomi. Sono scelte semplici. Il CEO non rischia niente” ha detto Marco Bizzarri, ex CEO di Gucci e ora imprenditore nella moda, al Milano Fashion Global Summit 2025. I marchi, quindi, secondo il manager non rischiano più, e il pensiero va a oltre 10 anni fa quando, nel gennaio 2015, alla guida di Gucci, Bizzarri scelse l’outsider Alessandro Michele. E forse Bizzarri ha lanciato anche qualche messaggio a Michele, oggi direttore creativo di Valentino.
I marchi non rischiano più
“La grande sfida dei CEO della moda e del lusso è quella di rischiare un po’ e di portare una ventata nuova al settore. E quindi di scegliere designer più giovani e poi proteggerli” ha detto Bizzarri. Secondo il quale, prima di avere dei risultati dal nuovo stilista occorre aspettare 18 mesi. E in questo periodo analisti, investitori, media, tutti hanno fretta per cui il CEO deve “proteggere” il creativo e la scelta compiuta. “In tutti i giornali si parla solo del direttore creativo (benissimo) ma fa solo la prima parte del lavoro. Poi ci sono le decisioni da prendere sulla comunicazione, sulla destinazione del budget di spesa, sui 500 negozi che in media un mega brand gestisce” ha detto Bizzarri.
Trascurare il DNA del marchio
Che poi ha aspramente criticato i nuovi direttori creativi che vanno in un nuovo brand portando con sé e applicando la loro estetica trascurando il DNA del marchio. “Se il nuovo direttore creativo porta solo i suoi valori all’interno del nuovo brand, lo distrugge. Portare la propria estetica quando uno stilista si muove da un brand ad un altro è un grandissimo errore. E se uno disegna ciò che ha avuto successo in precedenza vuol dire che sta guardando il passato e non il futuro. E l’errore è ancora più grave quando lo stilista non porta nel nuovo incarico solo la sua estetica ma anche il proprio team che lavorava con lui. Per cui non cambia nulla”. Un messaggio inviato al suo amico Alessandro Michele che oggi è da Valentino?
Gli errori del passato
Bizzarri ha detto che Zara è a tutti gli effetti un competitor dei marchi del lusso, soprattutto per i giovani. Perché il prezzo e più accessibile, giocano con la scarsità dei prodotti tipica del lusso e “la qualità per il 90% dei consumatori non è così diversa da quella del lusso”. Quali errori ha commesso il lusso? Per l’ex CEO di Gucci investire troppo nell’e-commerce e nella tecnologia nell’immediato post Covid e poi l’aumento dei prezzi senza nessun miglioramento né sulla creatività e né sulla qualità. Torna la moda massimalista? “Anderson e Demna hanno lanciato segnali interessanti. Ora bisognerà vedere cosa faranno i marchi nella comunicazione, nella strategia di go to market, nella cultura del brand, ecc.“ ha concluso Bizzarri. (mv)
Foto Class Tv Moda
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