Nel nuovo Millennio la filiera della pelle ha conosciuto una lunga stagione di concentrazione della committenza: pochi brand, sempre più grandi, facevano la quasi totalità del mercato. Lo scenario, vi raccontiamo sul numero di maggio de La Conceria, non è ancora cambiato. Ma qualcosa si muove e ora la supply chain torna a guardare alla “Rivincita del Piccolo”, come titola la nostra inchiesta.
Le inversioni degli equilibri
Votarsi alla fornitura per pochi grandi brand ha condizionato alla radice i metodi di lavoro lungo la filiera. “Le aziende terziste della pelletteria avevano alzato il quantitativo minimo degli ordini. Questo anche per scoraggiare in partenza un marchio appena costituito o il minibrand – scriviamo – che, in fin dei conti, sarebbe stato solo un problema gestionale per un ciclo produttivo calibrato sulle esigenze delle grandi griffe”. Ma da quando è scoppiata la crisi nel secondo semestre del 2023 le cose sono cambiate. “Ora che il lusso si è fermato, c’è chi questo quantitativo minimo lo ha ridotto per favorire l’ingresso di quei clienti prima rifiutati. Morale: in poco più di un anno “la situazione si è capovolta”.
Con chi ne parliamo
La sfida ora non è solo fare in modo che i volumi dei piccoli pareggino quelli persi coi grandi. Ma ritrovare in tempi utili gli equilibri per seguire in maniera efficace nuovi clienti. Intervengono nella nostra inchiesta, tra gli altri, Marà Visonà del marchio di pelletteria Visonà e Laura Lupetti del Calzaturificio Penelope. Con loro ci sono Matteo Ferroni di Calzaturificio Arianna, nonché Gessica Lombardi di Bianco Accessori e Paolo Mattiozzi di Studio Lab.
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