Se i russi sono in guerra, di certo non fanno shopping in Italia

Se i russi sono in guerra, di certo non fanno shopping in Italia

Il conflitto tra Russia e Ucraina sta già mettendo a durissima prova l’export del sistema moda italiano. Ma bisogna anche considerare le conseguenze sullo shopping di lusso in Italia. Perché se i russi sono in guerra, nonché isolati (anche finanziariamente) dalla comunità internazionale, di certo non posso dedicarsi al turismo e all’acquisto di articoli made in Italy.

Ora che i russi sono in guerra

Ma quanto spendevano in Italia per borse e vestiti di lusso? Global Blue, società del settore tax free shopping, ha analizzato i dati dei rimborsi dell’IVA di turisti russi e ucraini. Nel periodo gennaio 2021 – febbraio 2022 il riscontro è di uno scontrino medio pari a 1.215 euro (+78% rispetto al 2019) per i turisti russi, in ripresa dopo la flessione causata dalle restrizioni Covid ai viaggi. Anche sulle transazioni di cittadini ucraini nello stesso periodo c’è stata una crescita del 45% rispetto al 2019. La spesa media è di 1.088 euro.

 

 

Clienti consolidati

I turisti russi hanno sempre avuto un’importanza significativa per il tax free shopping italiano. Nel 2019, spiega Global Blue, rappresentavano la seconda nazionalità per acquisti con una quota del 12% del totale del mercato. Mostravano, soprattutto, interessanti prospettive di crescita, dal momento che il loro shopping aveva registrato un +8% rispetto al 2018.

In quali città

Milano nel 2021 detiene lo scettro di capitale dello shopping dei turisti russi, con il 39% delle vendite totali. Segue Roma con il 17% degli acquisti tax free. Sempre nell’anno da poco concluso, Venezia è stata la città in cui si è registrato lo scontrino medio più elevato: 2.060 euro, seguita da Firenze (1.837 euro) e la media nel sud Italia (1.739 euro).

Foto (Shutterstock) di turista a Milano

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