Se il made in Italy soffre “Il Nodo Stretto” del lusso

Se il made in Italy soffre “Il Nodo Stretto” del lusso

È stata una scelta di buon senso, è stato l’indirizzo del mercato, è stata una scelta obbligata. La filiera italiana del made in Italy negli anni si è orientata sempre di più al servizio per i big del lusso. E, ora che il mercato dell’alto di gamma è in rallentamento, la stessa relazione si è trasformata in un “Nodo Stretto”. È questo il titolo del numero di ottobre 2025 del mensile La Conceria, in distribuzione presso gli abbonati e consultabile online.

 

 

L’ultimo numero del mensile

La nostra inchiesta parte innanzitutto dalle fiere settembrine. Perché non c’è occasione migliore per saggiare il polso della situazione di Micam e Mipel (prima) e Lineapelle e Simac Tanning Tech (poi). Il verdetto è ambivalente. Da un lato se ne esce, ancora una volta, con la consapevolezza che non ci sono alternative: la rete manifatturiera deve stringere i denti fino alla ripartenza delle grandi del lusso. Perché il ritorno del medio (nel duplice senso di medio dimensionale e medio di posizionamento) rimane un miraggio. Dall’altro si porta a casa un motivo di conforto: dire che la ripresa è all’orizzonte è avventato, ma ora la fiducia è possibile. Perché il dinamismo delle griffe (che sembrano aver intrapreso percorsi strutturati) può trasmettersi alla filiera.

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