O’ Shea si è scavato la fossa da solo? Ironizza sulla bara di Brioni, ma l’ha voluta lui

Se il comunicato stampa di Brioni (gruppo Kering) di commiato al suo direttore creativo, silurato a sorpresa dopo appena cinque mesi dall’assunzione, è all’insegna del fair play, la risposta di Justin O’ Shea non è stata altrettanto dolce. Sul proprio profilo Instagram il creativo australiano, deus ex machina del successo di mytheresa.com, pubblica lo scatto dell’ingresso del flagship store della griffe romana a Parigi, dove il capolettera di Brioni è incorniciato nel profilo di un sarcofago. “La bara di Brioni”, il laconico commento social di O’ Shea. Peccato che la virata verso atmosfere dark del brand di casa Kering, che ha riformato con gusto gotico il lettering del brand, arredato con gusto macabro la nuova boutique di rue St. Honoré e ingaggiato la band Metallica per la prima campagna pubblicitaria, l’abbia voluta proprio O’ Shea. Secondo molti opinionisti, il gruppo Kering avrebbe deciso di giubilare il creativo proprio perché spaventato dalla radicale operazione di immagine in corso: il rischio era di perdere i vecchi clienti, senza nessuna garanzia di guadagnarne di nuovi. La bara di Brioni, in fin dei conti, è la stessa di O’ Shea. (rp)

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