Nel periodo gennaio–agosto 2025, il saldo commerciale della pelle francese si contrae. Lo evidenzia la nota di congiuntura di Alliance France Cuir: le esportazioni calano dell’1% per cuoi e pelli grezzi, mentre le importazioni crescono del 4% per cuoi finiti. Un doppio movimento che segnala un cambiamento nei flussi, con una pressione crescente sulla bilancia commerciale. Parallelamente, si afferma una tendenza alla qualità: meno volumi, ma materiali più selezionati. La filiera si riposiziona, tra contrazione e specializzazione. Ecco come la pelle francese si ripensa.
La pelle francese si ripensa
Nel comparto di cuoi e pelli grezzi, le importazioni scendono del 10%, mentre le esportazioni si riducono dell’1%. I vitelli segnano il calo più netto: -38% in import e -13% in export. Gli ovini, al contrario, crescono: +25% in import e +18% in export. Nella concia, il fatturato cala del 12,7%, ma le importazioni di cuoio finito aumenta del 7%, con performance positive per bovini (+8%) e vitelli (+15%). Le esportazioni restano stabili (+2%), ma con flessioni nei rettili (-20%).
Meno quantità, più valore
Nella calzatura, la produzione totale cala dell’11,4%, il fatturato del 7,2%. Eppure, la distribuzione tiene: le insegne registrano un +1,7% a parità di struttura, con vendite stabili (+0,2%) e un prezzo medio in aumento del 4,5%. La pelletteria mostra segnali misti: +3% nel fatturato industriale, ma -3,6% nella produzione di borse da donna. Le esportazioni calano del 4%, le importazioni del 6%. La qualità diventa leva competitiva, in un contesto globale che premia la selezione.
Foto Alliance France Cuir
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