La “scoperta” dello Zimbabwe: riducendo i dazi all’export, il mercato della pelle ne guadagna (e riduce gli sprechi)

Furti e necessità urgenti: allarme per la filiera dello Zimbabwe

La riduzione dei dazi sull’export rimette in moto il mercato delle pelli grezze in Zimbabwe. Con l’inizio del 2019 il governo del Paese africano, attraverso il Ministero delle Finanze, aveva deciso di ridurre le imposte sull’esportazione di pelli grezze e, a distanza di tre mesi, pare stiano arrivando i primi segnali. Reneth Mano, membro del consiglio consultivo del Livestock and Meat Industry, ha spiegato al portale newsday.co.zw, che “la decisione si sta rivelando molto positiva perché alcune piccole aziende hanno iniziato a collaborare con concerie del Sudafrica, della Cina e di altri Paesi asiatici, molto più competitive sul mercato internazionale rispetto a quelle locali”. La diretta conseguenza della misura sarà un aumento della quantità di merci esportate tra il 2018 e il 2019, mentre una delle principali ricadute, che è anche tra gli obiettivi del governo, sarà una riduzione delle pelli scartate e inutilizzate. Nel prossimo futuro, ha spiegato Mano, “dovremo aumentare il numero di capi di bestiame”, ma l’intervento dovrà riguardare anche la qualità delle pelli immesse sul mercato. Al momento la maggior parte appartiene ad animali adulti e le pelli sono spesso rovinate e graffiate, non certo di prima qualità, “mentre quelle migliori si recuperano dall’abbattimento di bovini di età compresa tra i 18 e i 30 mesi” ha concluso Mano.

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