Prima i fallimenti di quella veg, ora quelli della carne in laboratorio. Dopo anni di sperimentazioni e un recente boom di approvazioni regolatorie negli Stati Uniti, una delle realtà più promettenti della carne in vitro ha deciso di interrompere le attività. Believer Meats, startup israeliana che aveva ottenuto il via libera per la vendita di pollo coltivato, ha annunciato la chiusura improvvisa. La decisione arriva a pochi giorni da una causa milionaria e rappresenta una tegola per l’intera industria.
La parabola di Believer Meats
Fondata nel 2018, Believer Meats aveva raccolto oltre 387 milioni di dollari e costruito in North Carolina lo stabilimento più grande al mondo dedicato alla carne coltivata, con una capacità di 12.000 tonnellate annue. L’azienda era diventata la quinta al mondo ad ottenere l’approvazione congiunta di FDA (Food and Drug Administration) e Dipartimento dell’Agricoltura, un traguardo che sembrava aprire la strada alla commercializzazione su larga scala. Tuttavia, come scrive AgFunderNews, dietro i successi si celavano difficoltà finanziarie crescenti. La causa intentata da Gray Construction per presunte fatture non pagate da 34 milioni di dollari ha accelerato una crisi già in corso, portando a licenziamenti e poi alla chiusura. L’annuncio, tra l’altro, è arrivato direttamente via LinkedIn dalla responsabile delle risorse umane Anne Schubert. “Sebbene il risultato non sia quello che nessuno di noi sperava, sono incredibilmente orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato insieme – ha scritto –. Abbiamo creato un team di livello mondiale partendo da zero: persone di talento, motivate dalla missione e con competenze diversificate che spaziano dall’ingegneria, alla biotecnologia, alla produzione, alle scienze alimentari, alla qualità e altro ancora”.
Un segnale per l’intero settore
La fine di Believer Meats, tra l’altro, non è un episodio isolato. Dopo il picco di investimenti del 2021, molte startup hanno dovuto rivedere le proprie strategie: alcune sono state acquisite, altre hanno abbandonato il campo. Uncommon Bio ha ceduto la sua piattaforma, CellRev e Upstream Foods hanno chiuso, mentre Orbillion Bio e Vital Meat sono confluite in nuove realtà. Nonostante i progressi normativi, il comparto resta fragile e dipendente da finanziamenti consistenti. La chiusura di Believer Meats, arrivata proprio quando l’azienda sembrava pronta a entrare sul mercato, dimostra che l’approvazione regolatoria non basta.
Foto Believer Meats
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