C’è qualcosa che bolle sotto la superficie del fashion system, e non è solo il cambio di direttori creativi o il ritorno di vecchie silhouette. È un ritorno alla materia, al gesto. Visto che la pelle detta l’agenda fashion. Bottega Veneta rilancia un’icona d’archivio, il Dior Homme di Anderson riscrive la sneaker con un tocco nostalgico, mentre Post Malone debutta nella moda con un’ode al West. Tre storie diverse, tre linguaggi opposti. Ma un unico filo conduttore: la pelle come punto di partenza. Non è revival e non è nemmeno una comfort zone. È una scelta consapevole.
Una nuova icona da Bottega
Con l’arrivo di Louise Trotter da Bottega Veneta molti si aspettavano un distacco netto dalle scelte del passato. E invece con la nuova direttrice creativa il marchio continua a celebrare la pelle come linguaggio primario. Lo fa con il lancio di Campana, una tote bag generosa e fluida, che reinterpreta un modello d’archivio del 2004. Realizzata in nappa morbidissima, disponibile in due misure e in versione liscia o Intrecciato, Campana è pensata per seguire il corpo piuttosto che per dominarlo. La lavorazione Intrecciato con fettucce più larghe da 15mm, regala una texture ancora più morbida e dinamica. Un dettaglio nascosto? L’assenza di fodera, che lascia visibile la maestria artigianale anche all’interno. Un gesto di trasparenza, ma anche di orgoglio: la pelle non si nasconde, si mostra. In attesa del prossimo debutto di Trotter durante la settimana della moda di Milano.
Nostalgia in suede da Dior
La prima zampata di Jonathan Anderson da Dior Homme si chiama invece Roadie. Una scarpa ibrida tra sneaker, stivaletto e mocassino. Il materiale scelto? Suede, con cuciture a vista e stringhe volutamente aperte. Il design richiama l’estetica dei primi anni 2000, con riferimenti all’estetica preppy tipica del mondo dei college. Il risultato è una scarpa destrutturata, pensata per seguire il passo. Con questa prima mossa Anderson rompe col passato e abbandona le sneaker “solo” sportive scelte da Kim Jones, riportando così la pelle al centro del discorso stilistico. Non come decorazione, ma come materia viva che accompagna il movimento.
La prima di Post Malone
Grandi novità da Parigi. Nell’ex residenza di Karl Lagerfeld, Post Malone ha presentato ieri, 2 settembre, la prima collezione del suo marchio, Austin Post. Nessuna performance musicale, solo moda. E, ancora una volta, la pelle detta l’agenda. Il cantautore americano, cresciuto in Texas, ha portato in passerella l’estetica tipica dei ranch contaminata da tocchi streetwear. Giacche in pelle con frange, cappotti di bufalo, cinturoni cesellati, mantelle e cappelli a falda larga. Ogni pezzo racconta l’infanzia del cantante, tra rodei e musica. Il cavallo che chiude la sfilata, con sella e briglie in pelle goffrata, è il simbolo di un ritorno alle origini. Ma anche di una visione personale e autentica, dove la pelle non è solo materiale, ma memoria. Tre storie, tre visioni, un solo elemento in comune: la pelle. Che sia intrecciata, scamosciata o goffrata, resta il punto di partenza per raccontare il nuovo lusso. (dc)
Foto Austin Post, Dior, Bottega Veneta
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