Cavalli promette continuità di produzione: i pretendenti sarebbero “5 o 6”. Corneliani in guerra con Investcorp

Fermi tutti: non è vero che la corsa per il controllo di Cavalli si sarebbe ridotta al trotto di un solo fantino, come emerso dai rumors delle scorse settimane. Ad ambire al brand toscano ci sarebbe una pluralità di soggetti, addirittura “cinque o sei”, come dichiarato a MFF da Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, a margine del tavolo di crisi tenuto ieri presso la Regione Toscana. Chi sarebbero i candidati? Trapelano i soliti nomi: il fondo Bluestar Alliance, Philipp Plein, OTB. “Dai rappresentanti dell’azienda non sono emersi elementi di certezza – ha spiegato Luca Barbetti segretario generale di Filctem CGIL Firenze –, ma solo che c’è una trattativa aperta, e non con un solo soggetto”. In attesa del concordato, ha aggiunto il sindacalista, la società ha assicurato di voler “garantire la continuità produttiva”.
Guerra civile in casa Corneliani
Investcorp
non ripete con Corneliani il “miracolo Gucci”. Il fondo di investimenti, come racconta la Repubblica, non ha avuto nessun impatto benefico sui conti del marchio lombardo. Mentre l’ultimo bilancio pre-ingresso (cioè quello del 2016) vedeva Corneliani veleggiare con 112 milioni di fatturato e 60 milioni di capitale, quello del 2018 si prevede in rosso, con ipotesi di cassa integrazione per 100 dipendenti. Non solo. Investcorp, sede sociale a Londra e radici nel Bahrein, è in guerra con la famiglia Corneliani, che ha ancora un solo esponente nel management (Corrado, il capo delle operation), mentre due ne sono stati licenziati (Stefano, gestione finanziaria, e Cristiano, direzione commerciale). Le prospettive lasciano pensare più a un’escalation del conflitto che a una pacificazione imminente: mentre i Corneliani hanno fatto ricorso presso il Tribunale di Mantova, secondo Repubblica Investcorp intende portare avanti il repulisti.

In foto (tratte dai siti aziendali), a sinistra un modello Corneliani, a destra Cavalli

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