Negli ultimi due anni la moda ha subito cambiamenti importanti. Uno di questi è stato il continuo valzer della poltrone. Ecco perché il legame tra management e direzione creativa è ormai cruciale per il rilancio e la desiderabilità dei brand del lusso. A ribadirlo è Francesca Bellettini, deputy CEO del gruppo Kering, intervenuta durante la conferenza organizzata da CNMI e Zalando. Il recente cambio di direzioni creative all’interno del gruppo – con Demna da Gucci e Piccioli da Balenciaga – si inserisce in una visione precisa che mette al centro il ruolo strategico del direttore creativo e il suo rapporto con il CEO. Certo, qualche domanda rimane.
La fedeltà del marchio
“In tempi di crisi i brand devono rimanere fedeli a loro stessi e generare appeal e desiderabilità grazie ai direttori creativi. Così funziona nel nostro settore, il marketing viene dopo”, ha affermato Francesca Bellettini, chiarendo come la creatività sia il motore primo della rinascita di un marchio (lo riporta MF Fashion). Indiscutibile, di per sé. Ma se leggiamo a ritroso le nomine degli ultimi anni, qualche riflessione sorge spontanea. Se i marchi devono rimanere fedeli a loro stessi, allora come si inquadra la sostituzione di De Sarno con Demna, e quella di Demna con Piccioli? Perché se Sabato De Sarno era stato scelto per tornare alle radici di Gucci, per Demna Gvasalia ha prevalso la capacità di convogliare audience. Così come Pierpaolo Piccioli si troverà ad affrontare un Balenciaga modificato strutturalmente, proprio dopo i dieci anni di Demna. Ecco che qualcosa, almeno nel passato, non ha funzionato.
Incarnare l’identità
Va anche detto che ogni nomina è a sé, ed è presto per capire quali frutti porteranno quelle recenti, che potrebbero funzionare dopo un assestamento del sistema. Le scelte di Kering, ha spiegato la CEO, nascono comunque dalla volontà di “trovare le persone che riteniamo saranno le migliori per tornare a rendere altamente desiderabili i nostri brand”. La figura del direttore creativo, secondo Bellettini, non si limita al design ma incarna l’identità profonda della maison, soprattutto nei momenti di turbolenza economica e culturale.
Un equilibrio delicato
La relazione tra CEO e direttore creativo, ha sottolineato la manager, è una delle dinamiche più decisive nel sistema moda: “Io amo lavorare con i direttori creativi, credo sia una parte fondamentale del nostro mondo. E adoro trovare quello giusto per una maison”. Il supporto che un manager può offrire non consiste nell’invadere il terreno creativo, ma nel garantire l’equilibrio tra strategia e visione: “Un CEO che vuole fare il lavoro di un creativo farà un disastro. Il loro rapporto deve essere un reciproco comprendersi e rispettarsi”. Per Bellettini, qundi, il successo nasce dalla complementarità dei ruoli e da una fiducia costruita con lucidità e coerenza.
Foto Gucci
Leggi anche:
-
Lusso in stand-by: il 2025 resta incerto, occhi già puntati sul 2026
-
Se la nomina di Piccioli da Balenciaga non è una scelta folle