Il botto di Ferragosto: Venturini non è più il CEO di Valentino

Il botto di Ferragosto: Venturini non è più il CEO di Valentino

Jacopo Venturini non è più il CEO di Valentino. Le parti hanno raggiunto un accordo consensuale attraverso il quale il manager è uscito anche dal board della griffe. La notizia conferma le indiscrezioni di qualche settimana fa. La casa di moda romana aveva dichiarato che Venturini era in malattia. Secondo nostre fonti, al suo posto dovrebbe arrivare Riccardo Bellini, dallo scorso gennaio direttore generale di Mayhoola (il fondo proprietario di Valentino). Per il momento il direttore creativo Alessandro Michele resta al suo posto.

Venturini non è più il CEO di Valentino

Altro cambio di poltrona per un marchio del lusso. Questa volta è Valentino a cambiare CEO. Jacopo Venturini (nella foto Imagoeconomica, 2022), ex Gucci, era diventato CEO della maison nel mese di giugno del 2020 prendendo il posto di Stefano Sassi, in carica dal 2006. Secondo WWD, ieri (mercoledì 13 agosto), Venturini ha smesso di lavorare per Valentino. Negli ultimi tempi erano circolate indiscrezioni su una possibile frattura tra il brand e l’ormai ex CEO. Valentino aveva dichiarato che il manager era in malattia. Oggi, invece, è arrivato l’annuncio del divorzio consensuale, con Venturini che afferma di essersi preso “una pausa per motivi personali”.

Sotto a chi tocca

Il successore “sarà annunciato a tempo debito”, scrive Valentino. Secondo nostre fonti, però, sarà Riccardo Bellini, attuale direttore generale di Mayhoola, casa madre di Valentino. Bellini si sarebbe già occupato della griffe capitolina anche durante l’assenza per malattia di Venturini. Intanto, il board della griffe ha rinnovato la fiducia all’attuale direttore creativo Alessandro Michele.

L’incognita Kering

Non è un momento tranquillo per il lusso, tanto meno per Valentino. Nel 2024, le sue vendite sono scese del 3%, a 1,31 miliardi di euro, mentre è calata di oltre il 20% la marginalità. Sulla griffe pesa l’incognita Kering, socio di minoranza al 30%, ma che ha un accordo che gli consentirebbe di arrivare al 100% entro il 2028. Secondo i calcoli di Bernstein, Kering dovrà sborsare fino a 3,4 miliardi di euro per pagare il restante 70% di Valentino. Una cifra che sembra essere sempre più onerosa considerato l’andamento negativo del gruppo francese e il crollo delle vendite del suo marchio ammiraglio: Gucci. Spetterà al nuovo CEO di Kering, Luca de Meo, prendere decisioni in merito. (mv)

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