In un settore in costante trasformazione, le classifiche non fotografano solo l’andamento del mercato, ma anche gli orientamenti dei consumatori e le aspirazioni professionali. Da una parte il Lyst Index, termometro globale del desiderio d’acquisto, fotografa il primo posto di Miu Miu, che riconquista la leadership dopo una parentesi dominata da Loewe. Miu Miu torna al vertice dello stile forte di una proposta che mescola nostalgia preppy e contemporaneità. Dall’altra il sondaggio condotto da BoF Careers tra oltre mille professionisti della moda, che delinea una mappa dei marchi più desiderati come luogo di lavoro. Una doppia prospettiva che racconta molto su cosa significhi oggi essere rilevanti nel fashion system.
Miu Miu torna al vertice dello stile
Nel secondo trimestre 2025 Miu Miu torna a guidare il Lyst Index, scalzando Loewe, che scende al secondo posto dopo un inizio anno trionfale. Il brand del gruppo Prada ha beneficiato dell’onda nostalgica del “back to school” ed è tornata ai vertici grazie al successo virale della sua boat shoe in suede con logo in rilievo, oggi quarto prodotto più desiderato al mondo. A dominare la classifica dei singoli prodotti è però la flip-flop Dune di The Row. Stabile al terzo posto Saint Laurent, mentre rosicchia un posto Prada che torna ad occupare la quarta posizione. Nel frattempo, Burberry torna nella top 20 dopo un’assenza lunga un anno. Salgono anche Chloé (ottavo posto) e COS (settima posizione), unico marchio presente nella top ten con posizionamento prezzo-accessibilità più basso. Perde una posizione Gucci, che scende al diciottesimo posto. Tanti movimenti anche fuori dalla top 20, con Pucci che risale grazie alla visibilità social ottenuta con il Marmo dress.
I marchi dove tutti vorrebbero lavorare
Se il Lyst Index misura il successo commerciale, la nuova ricerca di BoF Careers racconta invece dove i professionisti della moda vorrebbero costruire il proprio futuro. Su un campione globale di oltre 1000 persone, LVMH svetta come datore di lavoro più ambito. Retribuzioni competitive, brand power e possibilità di crescita interna sono le principali motivazioni espresse dagli intervistati. Il colosso francese, con un portafoglio di 75 marchi tra cui Dior, Celine e Loewe, viene percepito come una realtà dinamica, meritocratica e solida. Al secondo posto Chanel, apprezzata per i suoi valori aziendali e il patrimonio culturale del marchio. Seguono Hermès, sinonimo di coerenza e maestria artigianale, e Prada, che colpisce per la sua visione chiara e l’identità forte. Dior, quinta in classifica, viene citata per l’attenzione ai temi sociali. A completare la top 10 anche Loewe, grazie alla creatività associata al passato direttivo di Jonathan Anderson, e outsider come Patagonia (per il suo attivismo ambientale), Brunello Cucinelli (etica e qualità), Adidas. Mentre Louis Vuitton e McQueen condividono la decima posizione con una reputazione solida e percorsi di carriera definiti.
Foto Miu Miu e Louis Vuitton
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