Parigi Fashion Week, il lusso si conferma streetwear tra rock e ricerca

Come da tradizione, è stata la sfilata di Celine a far calare il sipario della stagione estiva dei défilé parigini. Una tornata di passerelle, una sessantina in tutto, che hanno avuto come comune denominatore la celebrazione della commistione tra lusso e streetwear e la voglia di leggerezza e di candore. Lo conferma la scelta di Kris Van Assche da Berluti. Con la collezione primavera estate 2020 il direttore creativo ha lavorato sull’idea di riattualizzare l’archivio in stile contemporaneo. Il punto di partenza è la tradizione di Berluti, quella artigiana delle origini, delle calzature deluxe dell’uomo che conosce i materiali di pregio: per aggiornarla, Van Assche porta in scena capi stampati con una grafia sbiadita e leggera, prelevata da un vecchio manoscritto presente negli archivi della maison. Il risultato è una collezione colorata ed elegante ma con tocchi sportivi. Tra le chicche, la nuova scarpa con tripla fibbia.

Dior Homme con echi kubrickiani
Dior Homme immagina, invece, una parata di esploratori lunari vestiti di sovrapposizioni e colori candidi con echi kubrickiani à la 2001: Odissea nello spazio. E visto che le collaborazioni (soprattutto per calzature e pelletteria) appresentano ormai una strategia imprescindibile per i brand del lusso, ecco che il brand disegnato da Kim Jones ne sfoderato una nuova per la primavera-estate 2020: quella con Rimowa per creare valigie e zaini dalle proporzioni easy e dalle scintillanti superfici metalliche ricoperte dal monogramma della maison.

Che dicono gli altri
Il fine settimana ha visto poi in calendario i défilé di Balmain, che non tradisce la sua vena rock con smoking e frac bicolori e giacche da motociclista multicolori intarsiate. Da Loewe, Jonathan Anderson immagina uomini nomadi e liberi che indossano capi dai volumi ampi. Il tocco in più è dato dalle borse, ampie, over, con un patchwork di colori dai tratti etnici ma sempre molto curati. C’è tanta voglia di leggerezza anche da Hermés, in quella che dalla stampa è stata definita una delle migliori collezioni di Veronique Nichanian. Anche qui, come da Berluti, il punto di partenza è stato il processo di ringiovanimento del marchio, in corso da alcune stagioni, che ora ha raggiunto l’apice. In scena giacche di seta stampata, volumi ampi e colori caldi. Ai piedi sandali deluxe dalla suola in gomma, mentre le borse esplorano iconiche forme d’archivio o si abbandonano a grafiche a contrasto.

Le proposte di Jil e Bruno, la chiusura di Slimane
Da Jil Sander il duo formato da Lucie e Luke Meier, alla guida creativa della maison controllata dal fondo giapponese Onward Luxury group, ha scelto accessori impeccabili, come la mini-borsa a forma di parallelepipedo, con una chiusura che ricorda le confezioni del latte. Bruno Sialelli, al debutto nel menswear per la maison Lanvin, ha celebrato la joie de vivre francese, eccentrica, ma cool con una collezione che pensa prima di tutto all’estate come sinonimo di mare. A chiudere il cerchio, l’uomo di Celine, sempre legata al mood seventies, con completi dal fit skinny, tanto amati di Slimane, rivisitati con un fit leggermente più largo, bomber leopardati e grandi borse di paglia intrecciata. (mb)

Da sinistra, modelli Balmain, Dior e Celine

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