Tutte le sfide di H&M per combattere una concorrenza sfrenata

Tutte le sfide di H&M per combattere una concorrenza sfrenata

Tutte le sfide di H&M. Era la catena di moda più grande al mondo prima di essere superata da Inditex – Zara. Il colosso spagnolo sta elevando il suo posizionamento, schiacciando verso il basso i rivali svedesi. I quali sono costretti a subire anche la concorrenza proveniente dal basso. Quella dei giganti dell’ultra fast fashion come Shein, Temu e Primark. Anche i margini operativi si sono notevolmente ridotti. Prodotto, supply chain e sostenibilità sono i tre pilastri strategici individuati da Daniel Ervér, CEO di H&M dal febbraio 2024.

Tutte le sfide di H&M

Ervér non è d’accordo con chi sostiene che la sostenibilità è incompatibile con il fast fashion. “Fare collezioni pienamente sostenibili per le persone più ricche non è così difficile. La grande sfida è farlo su larga scala”. Il CEO di H&M è consapevole del fatto che pochi clienti sono disposti a pagare di più per un prodotto green. Per questo crede che il cambiamento di mentalità dei consumatori “non avverrà naturalmente”. Occorrono gli stimoli della politica. Dalle pagine del Financial Times, Ervér ha invitato i politici europei a creare condizioni di mercato uguali per tutti. E ha citato le normative fiscali e chimiche, le pratiche di acquisto e i diritti dei lavoratori. Così l’Europa potrà contrastare la concorrenza sfrenata di rivali cinesi come Shein e Temu.

 

 

Il prodotto giusto

Ervér punta molto sull’offerta dei prodotti, che si è ridotta per numero di articoli. “Con il prodotto giusto, vendiamo di più. Diventa un modo più efficace di gestire il business”, ha dichiarato Johanna Klingspor, responsabile dello sviluppo creativo di H&M. Ervér, invece, ha aggiunto di voler sfruttare al massimo i 500 designer interni di H&M per “curare e facilitare l’esperienza di acquisto”.

Nearshoring

I prodotti di H&M provenienti dall’Asia, però, sono molti di più rispetto a quelli di Inditex – Zara. Il gruppo spagnolo, infatti, sviluppa una maggiore quota di produzione nelle vicinanze dei suoi più grandi mercati: Europa e Stati Uniti. “Il nearshoring è un pezzo del puzzle, ma ce ne sono molti altri”, dice Ervér. Per esempio: avere alcuni articoli in vendita non più di 10 settimane dopo la definizione del loro design.

Obiettivo finale

L’obiettivo finale delle strategie Ervér è quella di far crescere i margini operativi dell’azienda controllata dalla famiglia di Stefan Persson, figlio del fondatore della società. Tali margini erano superiori al 20% nel 2010 e si sono erosi fino al 3% nel 2022. Ed erano l’8,6% nel terzo trimestre 2025, rispetto al 5,9% di un anno prima. (mv)

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