Allarme petrolio: i Paesi Arabi si scoprono meno ricchi. Trema il lusso

L’incerto mercato petrolifero (-55% dal 2014) ha reso altrettanto oscillante il settore del lusso nel facoltoso Medioriente, mentre la debolezza del rublo ha rallentato il flusso turistico russo. Lo sottolinea un reportage firmato Bloomberg. “Non comprano come facevano alcuni anni fa, la gente ha timore e non vuole spendere” dichiara Mohammed Fahmawi, manager del negozio Gucci di un centro commerciale in Arabia Saudita. Secondo Bain & Co, brand come Burberry e Prada stanno risentendo dalla crisi mentre il ceo di Hermès, Axel Dumas, non nasconde che “stiamo risentendo di un significativo calo turistico”. Le vendite del lusso nel Medio Oriente sono date in crescita dell’1% (8,1 miliardi di euro) nel 2015, meno del +4% dell’anno precedente. Un sondaggio di American Express rileva che il 20% dei consumatori ha tagliato la spesa annuale (nel solo Qatar, il Paese con il reddito pro capite maggiore al mondo, la spesa mensile del lusso è di 4.000 dollari a testa…), mentre in Arabia Saudita i prelievi bancomat sono calati per due mesi consecutivi. Durante un sopralluogo della Reuters effettuato di sabato pomeriggio, nel centro commerciale Al Faisaliah di Riyadh, i negozi Missoni e Valentino erano vuoti. (pt)

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