L’ultimo caso è quello del brand marchigiano Zanchetti che dal Giappone ottiene la metà del proprio fatturato, grazie anche ad un incremento delle vendite del 70% negli ultimi due anni. Zanchetti rappresenta il secondo marchio di accessori più venduto nella catena Deuxième Classe, con un sell out del 100% prima dei saldi. In prospettiva c’è l’apertura di un monomarca. Chi invece si appresta ad aprire un negozio (e lo farà venerdì a Tokyo) è la Finest Shoes di Fucecchio che con il marchio di sneaker Atlantic Stars sta conquistando il Giappone, Paese capace di generare il 30% del fatturato dell’azienda toscana. Anche la giovane e innovativa Dis, Design Italian Shoes (marketplace delle calzature su misura made in Italy), ha aperto la filiale Dis Japan per sviluppare il proprio business nel Sol Levante. Il Giappone è anche il mercato principale di Furla e pesa il 24% del fatturato rispetto al 20% dell’Italia. “C’è un forte interesse del made in Italy in Giappone” conferma Alessandro Porta di Jeannot di Molfetta (Bari), che da quasi un anno ha siglato un accordo di distribuzione con un partner locale. “È un mercato in cui è difficile entrare a causa della proverbiale diffidenza orientale – prosegue Porta – ma che riesce a dare grandi soddisfazioni, soprattutto quando si riesce ad instaurare un proficuo rapporto di fiducia”. (mv)
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