Di crisi si può morire. Allarme a voce alta di Annarita Pilotti (presidente Assocalzaturifici) e appello a Renzi : “Via le sanzioni alla Russia”

Una lunga lettera scritta a voce alta. L’ha diffusa Annarita Pilotti (nella foto), titolare del calzaturificio marchigiano Loriblu e presidente Assocalzaturifici, lanciando con forza l’allarme “sull’attuale momento di criticità che il settore calzaturiero sta attraversando” e, allo stesso tempo, un appello al premier Matteo Renzi e a tutte le Istituzioni. A innescarne la necessità le recenti tragedie che hanno colpito Porto Sant’Elpidio, dove due noti imprenditori calzaturieri si sono tolti la vita: Francesco Mercuri, 77 anni, titolare di Mercuri Moda, e Mauro Iachini, 52 anni, titolare del calzaturificio Norma J.Baker. “Credo che oggi, ancora di più che in passato, tutti dobbiamo unire le forze per far fronte a una situazione difficile che sta mettendo in ginocchio l’intero comparto e di cui sono tristi testimonianze i recentissimi lutti di due imprenditori uniti ad altri, anche di settori diversi, che in passato hanno scelto la parola fine” scrive Pilotti, passando poi a un forte richiamo all’unità del settore: “In momenti come questo il fronte deve essere comune: associazioni di categoria, istituzioni, politica, sindacati, tutti devono guardare a un solo scopo, quello di sostenere il lavoro delle aziende e delle persone che vi lavorano. Dobbiamo sentire ancora più forte la responsabilità di un settore che è da sempre una delle maggiori risorse del made in Italy, e per questo chiediamo con forza tutto il sostegno possibile a livello politico, istituzionale, bancario e finanziario, sia in Italia che in Europa”. Il passo successivo chiama in causa il crollo del mercato russo e la, per certi versi paradossale, costrizione a subire le sanzioni contro Mosca, che tutti dicono di non volere, ma nessuno si impegna a togliere, accentuando la crisi della scarpa marchigiana e italiana: “Sono tutti consapevoli della gravità della situazione – scrive Pilotti – ma ci viene risposto che l’Italia fa parte di un sistema politico europeo, con un relativo Consiglio di Stati Membri, che prende le proprie decisioni. Ma io non mi fermerò qui. Non mi arrenderò. Ho imparato nella vita a lottare anche quando mi sembra di non avere più le forze. Devo lottare per il bene delle aziende e dei colleghi che come me ogni giorno affrontano la fatica di gestire questa situazione, nella ricerca anche di nuovi mercati che oggi sembrano meteore”. Ribadendo il forte “no” alle sanzioni, chiude il suo appello con parole scritte in maiuscolo, quasi volesse far percepire che anche la parola scritta può essere urlata, quando è necessario farsi ascoltare: “Per far respirare le aziende colpite dalla crisi russa, continuando nella preparazione di nuove collezioni e investendo nell’internazionalizzazione, CHIEDO al Governo italiano L’ABBATTIMENTO DEI COSTI DEL LAVORO RIDUCENDO IL CUNEO CONTRIBUTIVO E FISCALE ESISTENTE, almeno temporaneamente, attraverso una MANOVRA FINANZIARIA AGGIUNTIVA ED URGENTE, che possa ridare fiducia agli imprenditori. Sgravi fiscali quindi e contributivi, aiuto concreto nelle esportazioni per una equiparazione del sistema daziario. Anche sul fronte CREDITO ALLE IMPRESE abbiamo bisogno che LE BANCHE CONCEDANO FIDUCIA AL NOSTRO SETTORE e si considerino nostri partner e con noi credano nella possibilità di ripresa delle nostre aziende. Al di là delle appartenenze politiche chiedo cortesemente una risposta da parte delle Istituzioni come segno di vicinanza al settore attraverso  proposte concrete”.

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