Quando è stato la prima volta Tommy Hilfiger a Shanghai? “Ben 25 anni fa – risponde lo stilista (nella foto) a MFF –. E questa città non era come oggi. Ero venuto qui per conoscere la loro industria manifatturiera. Negli ultimi 20 anni le cose sono cambiate completamente, negli ultimi 5 ancora di più”. Ormai che la Cina sia un mercato importante, per non dire fondamentale, per l’industria della moda non suona più nuovo. Ma le considerazioni di Hilfiger, volato nella megalopoli asiatica per la presentazione della collezione Tommynow Icons, sono illuminanti perché ricordano la traiettoria della Repubblica Popolare, trasformatasi in quattro lustri da fabbrica del mondo a boutique globale. “Abbiamo scelto questa città perché rappresenta uno dei mercati più fashion di sempre – spiega il designer statunitense –. Il business cinese continua a crescere esponenzialmente. L’upper-middle class nei prossimi cinque anni sarà composta da 650 milioni di persone”. Ed è proprio pensando a questo enorme pubblico che il gruppo Kering, holding francese del lusso, affida la guida del mercato Greater China a Jinqing Cai: “Investiamo in Cina da tempo e abbiamo costruito le fondamenta di un business duraturo e di successo”, si legge in una nota. A Cai il compito di portare avanti ed espandere il progetto.
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