Maledetto “italian sounding”, ma non del tutto. “Rischia di rovinarci, ma vuol dire che c’è voglia di made in Italy”, dice Tommaso Cancellara (Assocalzaturifici)

L’italian sounding spina nel fianco per i produttori italiani. Lo ha affermato il direttore di Assocalzaturifici Tommaso Cancellara al ritorno delle missioni commerciali associative tra Far East e Australia. “Italian sounding” è la commercializzazione di prodotti con nomi di marchi che evocano quelli italiani, ma che di made in Italy non hanno niente. “Sono arrabbiato, ma felice” ha detto Cancellara. “Arrabbiato perché l’italian sounding non è l’azienda italiana, perché rischia di rovinare il vero made in Italy. Felice perché evidentemente all’estero c’è tanta voglia di scarpe made in Italy”. Secondo Cancellara arrivano segnali incoraggianti per l’export dall’America latina, con cui si spera l’Europa sottoscriva trattati bilatelari per superare i dazi, dal Centro America, dal Canada, dalla Turchia e dall’Africa. In ripresa la Russia. E gli USA? “Siamo moderatamente preoccupati, ma anche moderatamente ottimisti sul fatto che non ci saranno dazi per la nostra industria” sostiene il direttore di Assocalzaturifici. “Se ho ben capito, Trump vuole proteggere la produzione americana. Però la calzatura di alto livello non è fatta in USA, ma in Italia.  Allora mi viene il dubbio se riusciranno a imporre dazi anche al nostro mercato”. (mv)

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