Meno debiti, ma grande sofferenza. In cerca di aiuto, ma la burocrazia ostacola. Dibattito calzaturiero nelle Marche

Nelle Marche la calzatura è in difficoltà, ma le aziende hanno ridotto i debiti. Lo ha affermato Gabriele Magrini Alunno (a sinistra), responsabile Banca d’Italia di Ancona, nel corso di un incontro svolto a Fermo. “In otto anni le imprese calzaturiere hanno ridotto drasticamente gli indebitamenti. Un passaggio molto importante che in altri settori non è stato riscontrato. Hanno saputo diversificare gli investimenti, trasformando completamente, a volte, il prodotto finale. I margini di profitto sono certamente ridotti rispetto al passato ma questo tessuto imprenditoriale ha tutte le carte in regola per reagire come ha già dimostrato di saper fare”. Un’iniezione di fiducia che, però, non trova  riscontro nell’andamento attuale del settore, come certificato dallo stesso report di Bankitalia. “Anche le realtà più strutturate sono in sofferenza. La burocrazia con cui bisogna costantemente confrontarsi non è certo un aiuto ma un ostacolo” ha sottolineato Andrea Santori (Santori Pellami, ex presidente di Confindustria Fermo, al centro). Secondo Enrico Paniccià (a destra), titolare del Calzaturificio Giano: “Le aziende di piccole dimensioni hanno bisogno di essere sostenute nell’innovazione e nell’occupazione. Il costo del lavoro è elevato e poche aziende riescono ad utilizzare la cassa integrazione, con le istituzioni che spesso sono un ostacolo. Servono sgravi fiscali per nuove assunzioni. Le griffe producono qui? Sì, ma dobbiamo essere pronti con personale qualificato e formato e affrontare le nuove opportunità offerte dai fondi di investimento”. (mv)

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