Ossessivi negli acquisti online, sempre più minuziosi nel giudicarli. In Cina fioccano i reclami: +600%

La Corte del Popolo n.2 di Pechino ha comunicato di aver ricevuto, tra gennaio e ottobre di quest’anno, circa 21.200 lamentele da parte di clienti online dei principali siti cinesi di e-commerce. Possono sembrare pochi, in assoluto. Ma il trend di crescita è esplosivo: +600% rispetto allo stesso periodo 2015. E attenzione: il dato non prende in considerazione il miliardo e passa di ordini datati 11.11, durante il Singles Day. Wang Guocai, giudice capo di una sezione del Tribunale Civile, ha spiegato che, fino a pochi anni fa le lamentele degli acquirenti erano incentrate sulla non originalità del prodotto e sulla sua scarsa qualità, mentre le critiche più recenti sono sempre più indirizzate sul prezzo, che al momento del pagamento risulta essere più elevato di quanto sia stato fatto credere. Secondo il giudice, diversi portali aumentano il prezzo di un articolo poco prima di attuare una promozione, quindi il costo finale risulta maggiore rispetto a quello previsto prima della promozione stessa. Significativo (e curioso) il caso di uno sconto annunciato del 50% per un paio di scarpe da uomo del valore iniziale di 196 yuan (26,7 euro). Sarebbero dovute costare, scontate, 98 yuan, ma sono state vendute a 99. Uno yuan di troppo, ha detto il giudice, che ha riconosciuto al consumatore che ha presentato il reclamo un risarcimento e imposto al venditore una multa salata.

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