Un articolo del Financial Times addebita al calo dell’export calzaturiero cinese il fatto che da mesi i maggiori porti di Pechino lavorano “considerevolmente al di sotto della loro capacità potenziale”. Sette porti cinesi sono fra i 10 più trafficati al mondo, si legge nell’articolo, e hanno una capacità complessiva di 50 milioni di container, considerata maggiore di quella che può transitare complessivamente in Russia, Corea, Giappone e Taiwan. Il quotidiano finanziario londinese ricorda che nei primi sette mesi del 2016, l’export della scarpa cinese in pelle è sceso del 20% in termini di volumi (da 493 a 395 milioni di paia) e del 22% in quelli monetari, ovvero da 7 a 5,5 miliardi di dollari. Meno volumi, crisi dei porti: questa l’equazione. Potrebbe essere vera. (pt)
Pechino esporta (molte) meno scarpe e il traffico portuale cinese crolla, sostiene il Financial Times
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