Quanto costa alla pelle italiana il muro del Brennero?

“L’Italia farà la propria parte facendo rispettare severamente le regole. L’Austria farà la sua e alla fine non costruiremo alcun muro”. Lo aveva assicurato qualche giorno fa il ministro dell’Interno Angelino Alfano dopo gli scontri avvenuti al Brennero per l’annuncio da parte del governo austriaco di voler innalzare una barriera al confine con l’Italia per impedire il passaggio ai migranti. Ma gli accordi stretti con il governo austriaco potrebbero valere quanto carta straccia all’indomani delle dimissioni rassegnate dal cancelliere Werner Faymann in seguito alla pesante sconfitta del partito socialdemocratico proprio contro l’estrema destra xenofoba al primo turno delle presidenziali. Nel frattempo, però, la Cgia di Mestre lancia l’allarme: la chiusura del valico e il rafforzamento dei controlli al confine tra Austria e Germania penalizzerebbero fortemente i distretti dell’area Pedemontana. È quanto emerge da un’analisi dell’export nazionale: “Con tempi di consegna non più prevedibili, il costo delle merci potrebbe aumentare notevolmente, penalizzando tutto il nostro made in Italy che ha nella qualità, ma anche nel prezzo, i suoi punti di forza” ha sottolineato il segretario della Cgia Renato Mason. Secondo i dati dell’associazione, elaborati sulla base di quelli Istat, nel 2014 l’Italia ha esportato 1 miliardo 510,2 milioni di articoli in pelle e calzature verso la Germania, che nel 2015 sono diventati 1 miliardo 522,9 milioni, registrando un incremento dello 0,8% e finendo per rappresentare il 3% dell’export totale. Cifre alle quali si aggiungono 1 miliardo 805,1 milioni dell’abbigliamento e 1 miliardo 8,8 milioni di mobili. (art)

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