Il semestre nero di JBS: prima le indagini per frode ai fondi pensionistici, poi lo stop al trasferimento a Dublino, ora Carne Marcia

Tutto in poco più di 6 mesi. La parabola di JBS, gigante brasiliano della carne che la scorsa estate sembrava avviato a un felice percorso di internazionalizzazione della compagine societaria, da settembre a oggi ha subito almeno tre grosse battute d’arresto. L’ultima, la stiamo seguendo in questi giorni, è arrivata con lo scandalo Carne Fraca (Carne Marcia), l’inchiesta sull’ipotesi di corruzione nella filiera dell’agroindustria brasiliana. La filiale carioca di JBS conclude oggi la sospensione dei lavori in 33 dei suoi 36 stabilimenti, mentre per la prossima settimana comunica la ripresa delle attività con la capacità produttiva ridotta del 35%. Per una società che già nel 2016 ha visto diminuire su base annua il numero dei bovini conferiti (-3,8%), uno stop drastico che secondo la stampa brasiliana mette a repentaglio la posizione dei 125.000 dipendenti in Brasile. Ma non c’è solo questo. A proposito di guai giudiziari, a settembre i fratelli Wesley e Joesley Batista (nella foto), rispettivamente ceo e presidente di JBS, sono stati coinvolti in un’inchiesta su una presunta frode in fondi pensionistici. Il procedimento, ancora in corso, è valso ai due per alcuni giorni anche la misura di interdizione dagli affari. Dal momento che non c’è due senza tre, nell’ultimo semestre (più precisamente: a fine ottobre) il colosso ha dovuto ammainare il progetto di ristrutturazione che prevedeva il trasferimento della sede centrale in Irlanda per dare vita a una multinazionale più vicina ai mercati finanziari anglosassoni. In questo caso a porre il veto è la banca di investimenti governativa BNDESPar (socia al 20% di JBS): l’operazione, semplicemente, non è negli interessi di tutti gli azionisti. Amen.

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