Il danno e la beffa. Alcune aziende del Comprensorio toscano del Cuoio rischiano di dover pagare due volte l’Iva versata in anticipo per lo sdoganamento delle merci a uno spedizioniere prossimo al fallimento. A lanciare l’allarme è uno dei calzaturifici che rischiano il raddoppio dell’imposta, Lion Shoes, il cui titolare, Paolo Nacci, è anche presidente del Consorzio Toscana Manifatture. “Siamo venuti a conoscenza del problema un mese fa – ha raccontato Nacci al quotidiano La Nazione -. Per un anno e mezzo abbiamo consegnato allo spedizioniere il 20% dell’Iva necessaria per il rientro in Italia della merce inviata a una lavorazione estera conto terzi. E per un anno e mezzo lo spedizioniere, a quanto risulta al nostro legale, ha sdoganato la merce grazie alla fideiussione per consegnarla: ma alla fine il garante, pagate le imposte, si è rivalso sulle aziende proprietarie della merce in quanto responsabili in solido”. Risultato, beffardo: Lion Shoes rischia di dover pagare nuovamente l’Iva il cui valore, sui 2 anni, sarebbe superiore ai 50.000 euro. “Vista l’esperienza diretta con il problema – ha aggiunto Nacci – in futuro potremo parlare anche come Consorzio di come affrontare o mettere in atto forme di tutela. Del resto tutti, o quasi, abbiamo rapporto con spedizionieri che si occupano di tutta la gestione della merce, sdoganamento compreso”.
Toscana: spedizioniere fallisce, Lion Shoes rischia di pagare l’Iva 2 volte
