Oggi chiude Shoes&Leather a Ho Chi Minh City, in Vietnam. La fiera, radicata con forza sul mercato locale e ospitando oltre 500 espositori, ha permesso di valutare lo stato di avanzamento del confronto tra l’area pelle di Hanoi, in crescita, e quella di Pechino, la cui situazione resta complicata e compressa tra costi di produzioni sempre maggiori, standard ambientali più vincolanti e committenti che cercano soluzioni produttive altrove. Per esempio, in Vietnam. “In Cina – spiega un produttore italiano di macchine per conceria – la politica green sta costringendo molte aziende a cambiare strategia e a cambiare luogo di produzione, abbandonando la costa”, ormai sovrappopolata, “per spostarsi all’interno”. Una problematica logistica diventata strutturale e che si associa a un altro fatto: “Con i clienti vietnamiti si lavora meglio e con un maggior grado di serietà”. Non è un caso che, secondo alcune voci, i grandi gruppi della concia cinese stiano programmando l’ingresso sul mercato di Hanoi, impiantando stabilimenti e linee di produzione, al punto che uno di essi ne aprirà una più grande di quella posseduta in Cina (oltre 700 dipendenti). “Ma c’è anche da considerare che – spiegano da Intercom, che produce soluzioni e sistemi di incollaggio per calzatura e pelletteria – in Vietnam non solo sono presenti da tempo i grandi brand della sportiva, come Nike, ma stanno pianificando ulteriori investimenti. Essere presenti su questo mercato, dunque, per noi italiani è fondamentale, se si vuole crescere”.