Come salvare la pelletteria dalla crisi. Questo il tema del Consiglio Comunale straordinario aperto svolto a Scandicci nella serata di giovedì 3 luglio (clicca qui per poterlo rivedere). “Comparto moda e pelletteria in Toscana: capire la crisi per generare nuovi scenari di sviluppo“. Questo il titolo della seduta che ha visto gli interventi di tutti gli attori: istituzionali, politici, imprenditoriali e sindacali del distretto. Tutti, tranne uno: le griffe.
Emergenza Scandicci
Il punto di partenza sono stati i numeri del settore. Negli ultimi 18 mesi la moda toscana ha perso il 22% del fatturato derivato dall’export: un crollo vertiginoso rispetto al -5,1% del resto d’Italia. Ma i dati più significativi che fanno capire la portata della crisi in atto sono stati diffusi dall’assessore regionale al lavoro, Alessandra Nardini. Sono 45 le vertenze aperte in Toscana di cui 15 tra Scandicci e Lastra a Signa. In altre parole: oltre 860 lavoratori e più di 330 esuberi dichiarati. “Sono numeri che fanno tremare i polsi e che rappresentano in tutta la crudezza la crisi” commenta Nardini (fonte Ansa).
Tutti al Consiglio Comunale
Aggregazione, innovazione e internazionalizzazione sono state le parole chiave della seduta. Seduta che, però, ha visto l’assenza dei principali protagonisti: le griffe. Coinvolgerle nelle discussioni per poter dialogare e collaborare sarebbe fondamentale. Stefano Giacomelli (Tivoli Group), vicepresidente di Assopellettieri, vede il rilancio del settore basato su cinque fattori. Nell’ordine: legalità, sostenibilità ambientale, sostenibilità economica, innovazione e internazionalizzazione. “La crisi finirà, ma probabilmente non ci saranno i volumi di prima. È forte l’esigenza di cercare nuovi canali produttivi e Scandicci ha la fortuna di avere qui tutti i marchi più grandi” ha affermato Giacomelli. “Dobbiamo fare uno sforzo in più per andare a conquistare quei clienti del segmento premium che oggi non producono in Italia. Una sfida che, è vero, è in corso da tempo, ma che potrebbe essere agevolata da iniziative del Governo. Inoltre, la situazione di incertezza causata dai dazi potrebbe favorire le imprese italiane che già ora stanno ricevendo telefonate da marchi USA”.
Coordinamento distrettuale
Per Giacomelli sarebbe opportuno coordinarsi con gli altri distretti per fare una sintesi da presentare al Governo. E Assopellettieri si candida ad assumere il ruolo di collettore di questa ipotesi. Giacomelli resta anche fiducioso sul fatto che il Consiglio Comunale straordinario non resterà un’iniziativa spot, ma sarà seguita da altre azioni politiche a supporto del settore.
Salvare il salvabile
Andrea Calistri (Sapaf Atelier 1954) è intervenuto a nome di CNA Federmoda Firenze. “Abbiamo perso un po’ il controllo della crescita. Ci siamo dimenticati delle piccole imprese e abbiamo perso competenze. Per esempio, non ci sono nuovi imprenditori a marchio proprio che crescono. Non è possibile che siano solo in due a partecipare a un’iniziativa come Lineapelle New York (16/17 luglio) e ad andare negli USA a cercare clienti. Questo è un problema”. Calistri ha poi analizzato anche le cause che hanno portato a questa situazione. Tra queste la “verticalizzazione del sistema” con lo shopping dei grandi gruppi che “non genera nuove risorse”. E ancora, bandi pubblici inaccessibili per le PMI e finanziamenti bancari concentrati verso i grandi gruppi perché poi avrebbero generato valore a cascata. “Ora occorre salvare il salvabile, ma non sarà facile. Dobbiamo essere consapevoli che ne usciremo con una capacità produttiva ridotta del 30% e con disoccupazione e problemi sociali. A nuovi scenari si risponde con nuovi metodi, quelli vecchi non funzionano. Ma le azioni devono essere sinergiche e di rete”. (mv)
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